
Il XVII secolo inglese fu un periodo tumultuoso, caratterizzato da guerre civili, rivoluzioni religiose e profondi cambiamenti sociali. In questo contesto di fermento nacque una corrente utopistica, guidata da figure come Gerrard Winstanley, che aspirava a costruire una società fondata sull’uguaglianza e la condivisione dei beni comuni. Questo movimento fu conosciuto come “i Diggers”, per la pratica di scavare e coltivare terre comuni senza riconoscere alcun diritto di proprietà individuale.
La Rivolta di Diggers (1649-1650) si sviluppò principalmente nel Surrey, un’area a sud di Londra, dove i gruppi di contadini e artigiani guidati da Winstanley iniziarono a rivendicare il diritto di coltivare terre incolte. Questi pionieri dell’eguaglianza sociale rifiutavano l’idea della proprietà privata della terra e sostenevano che la ricchezza della natura fosse destinata a tutti gli esseri umani. La loro visione era radicalmente diversa da quella dominante, che considerava la terra come una merce da comprare e vendere.
La scelta del nome “Diggers” (scavatori) rifletteva la pratica concreta adottata dai membri del movimento: essi scavavano terreni comuni per coltivarvi grano e ortaggi, mettendo in pratica il principio di condivisione delle risorse. La comunità di Diggers a St George’s Hill, nel Surrey, divenne un simbolo della loro lotta per una società più giusta.
I principi fondamentali dei Diggers
I Diggers si ispiravano ai testi biblici e alla filosofia cristiana che predicava l’amore fraterno e la compassione. Winstanley, figura carismatica e guida spirituale del movimento, sviluppava queste idee in scritti e discorsi appassionati, attirando sempre più seguaci tra gli strati più poveri della società inglese.
I principi fondamentali dei Diggers possono essere riassunti come segue:
-
Rifiuto della proprietà privata: La terra era considerata un bene comune da condividere equamente tra tutti, senza distinzione di classe o status sociale.
-
Lavoro collettivo: Il lavoro veniva inteso come un atto di solidarietà e collaborazione, e non come uno strumento per arricchirsi individualmente.
-
Equa distribuzione delle risorse: I frutti del lavoro comune venivano distribuiti equamente tra i membri della comunità.
-
Pace e giustizia sociale: I Diggers aspiravano a creare una società priva di violenza e oppressione, basata sulla fratellanza e il rispetto reciproco.
La repressione della Rivolta
Nonostante l’ideale di uguaglianza e condivisione promosso dai Diggers, il loro movimento incontrò una forte opposizione da parte delle autorità inglesi. I proprietari terrieri temevano la minaccia alla loro posizione di potere e la classe politica considerava i Diggers come una forza destabilizzante.
Nel 1650, le forze governative intervennero a St George’s Hill, distruggendo le coltivazioni dei Diggers e disperdendo la comunità. La repressione fu violenta, ma non riuscì a soffocare completamente il movimento: le idee dei Diggers continuarono a circolare e ad influenzare altri movimenti sociali nel corso dei secoli successivi.
L’eredità dei Diggers
La Rivolta di Diggers rimane un episodio significativo nella storia del pensiero politico e sociale inglese. Sebbene breve e represso, il movimento ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo, ispirando generazioni successive di attivisti e movimenti per la giustizia sociale.
I principi dei Diggers anticipano idee chiave che troveranno espressione in movimenti successivi, come il socialismo utopistico del XIX secolo e le correnti anarchiche del XX secolo. La loro visione di una società basata sulla condivisione delle risorse e l’uguaglianza tra gli esseri umani continua ad essere una fonte di ispirazione per chi lotta contro le ingiustizie sociali e desidera costruire un mondo più giusto e sostenibile.